lunedì 13 dicembre 2010

La Ruota dell'Anno nella Wicca


Nel passato, quando le persone vivevano con la natura, il volgere delle stagioni ed i cicli mensili della Luna avevano un profondo impatto sulle cerimonie religiose. Poiché la Luna era vista come un simbolo della Dea, si tenevano delle cerimonie di adorazione e di magia al suo chiarore. Anche l’arrivo dell’inverno, i primi segnali della primavera, la calda estate e l’avvento dell’autunno, erano segnati da questi rituali.
I wiccan, eredi delle religioni popolari pre-cristiane europee, celebrano ancora la Luna Piena ed osservano i cambi delle stagioni. Il calendario religioso wiccan contiene 13 celebrazioni della Luna Piena ed otto Sabbat, o giorni di potere.
Quattro di questi giorni (o più propriamente notti) sono determinati dai Solstizi e dagli Equinozi, gli inizi astronomici delle stagioni (tracce di questa antica usanza si trovano anche nella cristianità. La Pasqua, per esempio, cade nella domenica seguente la prima Luna Piena dopo l’Equinozio di Primavera, un modo piuttosto “pagano” di organizzare riti religiosi). Le ricorrenze degli altri quattro rituali si basano su antiche feste popolari (e, in un certo modo, quelle dell’antico Vicino Oriente). I rituali danno una struttura ed ordine all’anno wiccan, ed inoltre ci ricordano del ciclo infinito che continuerà molto a lungo anche quando noi non ci saremo più.
Quattro Sabbat – forse quelli che sono stati osservati più a lungo - probabilmente erano associati all’agricoltura ed ai cicli di gestazione degli animali. Sono Imbolc (2 febbraio), Beltane (30 aprile), Lughnasadh (1 agosto) e Samhain (31 ottobre). Questi nomi sono celtici e sono abbastanza comuni tra i wiccan, anche se ne esistono molti altri.
Quando un’attenta osservazione dei cieli portò ad una conoscenza pratica dell’anno astronomico, i Solstizi e gli Equinozi (circa il 21 marzo, 21 giugno, 21 settembre, e 21 dicembre) furono introdotti in questa struttura religiosa.
Chi cominciò per primo ad adorare e ad accumulare le energie in quei giorni? Non si può rispondere a questa domanda. Tuttavia, questi giorni e queste notti sacre sono l’origine delle 21 festività rituali wiccan.
Molte di queste sopravvivono ancora oggi sia in forma secolare che religiosa. Celebrazioni del Primo Maggio, Halloween, il Giorno della Marmotta ed anche il Ringraziamento, per citare alcune popolari feste americane, sono tutte connesse ad antiche celebrazioni pagane. Inoltre, nella Chiesa Cattolica, sono state mantenute delle versioni fortemente cristianizzate dei Sabbat.
I Sabbat sono riti solari, che segnano la posizione del ciclo annuale del Sole, e sono la metà dell’anno rituale wiccan. Gli Esbat sono le celebrazioni wiccan per la Luna Piena. In quei giorni i wiccan si incontrano per adorare Colei che È. Non che i wiccan dimentichino il Dio durante gli Esbat – entrambi di solito sono onorati in tutte le occasioni rituali.
Ci sono dalle 12 alle 13 Lune Piene ogni anno, una ogni 28 giorni e ¼. La Luna è un simbolo della Dea, come pure una fonte di energia. Così, dopo l’aspetto religioso degli Esbat, i Wiccan spesso praticano la magia, attingendo alle grandi quantità di energia che ritengono esistano in quei giorni.
Alcuni antichi festival pagani, spogliati dalla dominazione della cristianità delle loro qualità un tempo sacre, sono degenerati. Sembra che Samhain sia stato requisito dai produttori di dolciumi, mentre Yule è stato trasformato da uno dei più sacri giorni pagani ad un giorno di squallido consumismo. Anche le successive eco della nascita del Salvatore cristiano sono a mala pena udibili sopra il mormorio elettronico dei registratori di cassa.
Ma l’antica magia rimane in questi giorni e notti, ed i wiccan li celebrano. I rituali variano di molto, ma sono tutti collegati alla Dea ed al Dio, ed alla nostra casa, la Terra. Molti riti si tengono di notte per motivi pratici, ma anche per conferire un senso di mistero. I Sabbat, dato che sono orientati al Sole, si celebrano più naturalmente a mezzogiorno, o al tramonto, ma oggi questo è raro.
I Sabbat ci raccontano una delle storie della Dea e del Dio, della loro relazione, e dell’effetto che questa ha sulla fecondità della Terra. Ci sono molte variazioni a questi miti, ma questa è abbastanza comune, e comprende delle descrizioni basilari dei Sabbat.
La Dea dà alla luce un figlio, il Dio, a Yule (circa il 21 dicembre). Questo non è affatto un adattamento della cristianità. Il Solstizio d’Inverno è stato a lungo visto come un momento di nascita divina. Si diceva che Mitra fosse nato in quel giorno. I cristiani lo hanno semplicemente adattato a loro uso nel 273 d.C.
Yule è il momento della massima oscurità ed è il giorno più corto dell’anno. I popoli antichi hanno notato questo fenomeno e supplicavano le forze della natura di allungare i giorni ed accorciare le notti. I wiccan talvolta celebrano Yule poco prima dell’alba, poi guardano il Sole sorgere come il finale migliore per i loro sforzi.
Dato che il Dio è anche il Sole, questo segna anche il momento dell’anno in cui il Sole rinasce. Perciò i wiccan accendono fuochi o candele per dare il benvenuto al ritorno della luce del Sole. La Dea, che dorme per tutto l’inverno del suo travaglio, si riposa dopo il parto.
Yule è ciò che resta degli antichi rituali celebrati per affrettare la fine dell’inverno ed i doni della primavera, quando il cibo era di nuovo a disposizione in abbondanza.
Per i wiccan contemporanei è un monito del fatto che il prodotto finale della morte è la rinascita, un pensiero confortante in questi giorni di tensione.
Imbolc (2 febbraio) segna il recupero della Dea dopo aver dato alla luce il Dio. I momenti di luce sempre più lunghi la risvegliano. Il Dio è un fanciullo giovane e vigoroso, ma si avvertono i suoi poteri nelle giornate più lunghe. Il calore feconda la Terra (la Dea), fa crescere e germogliare i semi. E così si notano i primi accenni della primavera.
Questo è un Sabbat di purificazione dopo la vita rintanata dell’inverno, attraverso i poteri di rinnovamento del Sole. È anche una festa della luce e della fertilità, un tempo caratterizzata in Europa da grandi fuochi, torce e falò di ogni tipo. Il fuoco qui rappresenta la nostra illuminazione ed ispirazione proprio come la luce ed il calore.
Imbolc è anche conosciuto come la Festa delle Torce, Oimelc, Lupercalia, la Festa di Pan, il Festival dei Bucaneve, la Festa della Luce Crescente, il giorno di Brigida, e probabilmente con molti altri nomi. Alcune donne wiccan seguono l’antica usanza scandinava di indossare corone di candele accese in testa, ma molte altre persone portano candele durante le loro invocazioni.
Questo è uno dei momenti tradizionali di iniziazione nelle coven, e così si possono eseguire rituali di auto-consacrazione, o si possono anche rinnovare quelli già fatti.
Ostara (circa il 21 marzo), l’Equinozio di Primavera, conosciuto anche come Primavera, Riti della Primavera, e Giorno di Eostra, segna il primo autentico giorno di primavera. Le energie della natura passano delicatamente dalla pigrizia dell’inverno all’esuberante espansione primaverile. La Dea ricopre la Terra di fertilità, irrompendo dal suo sonno, mentre il Dio si sgranchisce e passa alla maturità. Egli cammina per i verdi prati e si delizia nell’abbondanza della Natura.
Durante Ostara le ore del giorno e della notte sono uguali. La luce sta superando l’oscurità; la Dea ed il Dio portano alla riproduzione le creature selvatiche della Terra.
Questo è un periodo di inizi, di azione, di incantesimi per seminare ciò che sarà raccolto in futuro, e per prendersi cura dei giardini rituali.
Beltane (30 aprile) segna l’emergere del giovane Dio all’età adulta. Risvegliato dalle energie all’opera nella Natura, egli desidera la Dea. Si innamorano, giacciono fra l’erba ed i boccioli, e si uniscono. La Dea rimane incinta del Dio. I wiccan celebrano il simbolo della sua fertilità con un rituale.
Beltane (conosciuto anche come Giorno di Maggio) è stato a lungo caratterizzato da feste e rituali. I pali di maggio, simboli notevolmente fallici, erano il punto focale degli antichi rituali nei villaggi inglesi. Molte persone si svegliavano all’alba per raccogliere fiori e frasche verdi dai campi e dai giardini, e li usavano per decorare il palo di maggio, le loro case, e loro stessi.
I fiori ed il verde simboleggiano la Dea; il palo di maggio il Dio. Beltane segna il ritorno della vitalità, della passione e delle speranze consumate.
I pali di maggio talvolta sono usati dai wiccan oggi durante i rituali di Beltane, ma il calderone è il punto focale più comune della cerimonia. Esso rappresenta, naturalmente, la Dea – l’essenza della femminilità, la fine di tutti i desideri, uguale, ma opposto al palo di maggio, che rappresenta il Dio.
La Mezza Estate, il Solstizio d’Estate (circa il 21 giugno), conosciuto anche come Litha, arriva quando i poteri della natura raggiungono il loro punto più alto. La Terra trabocca della fertilità della Dea e del Dio.
In passato, si saltava oltre i falò per incoraggiare la fertilità, la purificazione, la salute e l’amore. Il fuoco ancora una volta rappresenta il Sole, festeggiato in questo giorno con il maggior numero di ore di luce.
La Mezza Estate è un classico giorno per tutti i tipi di magie.
Lughnasadh (1 agosto) è il giorno del primo raccolto, quando le piante della primavera appassiscono, e rilasciano i loro frutti o i semi affinché noi possiamo usarli ed anche per assicurare futuri raccolti. In modo mistico, anche il Dio fa così, e perde la sua forza, mentre il Sole sorge sempre più lontano a Sud ogni giorno, e le notti si allungano. La Dea osserva con dolore e gioia, mentre comprende che il Dio sta morendo, eppure vive dentro di Lei come Suo figlio.
Lughnasadh, conosciuto anche come Vigilia d’Agosto, Festa del Pane, Casa del Raccolto e Lammas, non era necessariamente celebrato in questo giorno. Originariamente coincideva con il primo giorno di raccolto.
Con il passare dell’estate, i wiccan ricordano il suo calore ed i suoi doni nel cibo che mangiamo. Ogni pasto è un atto di armonizzazione con la natura, e ci ricorda che niente è costante nell’universo.
Mabon (circa il 21 settembre), l’Equinozio d’Autunno, è il completamento del raccolto cominciato a Lughnasadh. Ancora una volta notte e giorno sono uguali, bilanciati dal Dio che si prepara a lasciare il Suo corpo fisico e comincia la grande avventura nell’ignoto, verso il rinnovamento e la rinascita della Dea.
La natura declina, ritrae i suoi doni, si prepara per l’inverno e per il suo periodo di riposo. La Dea sonnecchia con il Sole che si indebolisce, anche se il fuoco brucia nel Suo ventre. Lei sente la presenza del Dio anche mentre Egli svanisce.
A Samhain (31 ottobre), i wiccan si congedano dal Dio. Questo è un addio temporaneo. Egli non è avvolto dall’oscurità eterna, ma si prepara a rinascere dalla Dea a Yule.
Samhain, conosciuto anche come Vigilia di Novembre, la Festa dei Morti, la Festa delle Mele, ed Ognissanti, una volta indicava il tempo del sacrificio. In alcuni luoghi era il momento in cui gli animali venivano macellati per assicurasi il cibo per tutta la profondità dell’inverno. Il Dio – identificato con gli animali – cadeva per assicurare la continuazione della nostra esistenza.
Samhain è un momento di riflessione, per guardarsi indietro nell’anno trascorso, per venire a patti con l’unico fenomeno della vita sul quale non abbiamo controllo – la morte.
I wiccan sentono che questa notte la separazione tra la realtà fisica e quella spirituale è sottile. Ricordano i loro antenati e tutti quelli che sono andati prima.
Dopo Samhain,  i wiccan celebrano Yule, e così la ruota dell’anno è completa.
Sicuramente ci sono dei misteri sepolti qui. Perché il Dio è il figlio e poi l’amante della Dea? Questo non è un incesto, è un simbolismo. In questa storia agricola (uno dei molti miti wiccan) la sempre mutevole fertilità della Terra è rappresentata dalla Dea e dal Dio. Questo mito parla dei misteri della nascita, della morte, e della rinascita. Celebra gli aspetti meravigliosi e gli splendidi effetti dell’amore, ed onora le donne che continuano la nostra specie.
Inoltre indica la vera e propria dipendenza che gli umani hanno nei confronti della Terra, del Sole e della Luna, e degli effetti delle stagioni nella nostra vita di tutti i giorni.
Per le popolazioni agricole, la spinta maggiore di questo ciclo mitologico è la produzione di cibo attraverso l’azione reciproca tra la Dea ed il Dio. Il cibo – senza il quale noi tutti moriremmo – è intimamente collegato alle divinità. Infatti, i wiccan vedono il cibo come un’altra manifestazione dell’energia divina.
E così, osservando i Sabbat, i wiccan si armonizzano con la Terra e le sue divinità. Riaffermano le loro radici con la Terra. Anche eseguire rituali nelle notti di luna piena rafforza la loro connessione in particolare con la Dea.
Il wiccan saggio celebra i Sabbat e gli Esbat, perché sono momenti di potere reale ed anche simbolico

Da Wicca. Una guida per praticanti solitari di Scott Cunningham

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