mercoledì 8 giugno 2011

Donne, acqua, pozzi


I popoli dell’antica Europa consultavano i pozzi per avere un’indicazione in questioni personali di una certa importanza. Pozzi particolari erano talvolta riservati solo alle donne o agli uomini perché nella profondità dell’acqua era racchiuso un certo tipo di conoscenza riservato solo all’uno o all’altro sesso. Un esempio simile, sopravvissuto fino a poco tempo fa, è nell’isola di Aran, di fronte alla costa occidentale dell’Irlanda, dove le donne pregavano per i bambini al pozzo di St. Eaney mentre gli uomini visitavano un altro pozzo non molto lontano.
I pozzi che potevano essere consultati sia dalle donne sia dagli uomini erano spesso controllati dalle donne. Un malato che si recava a un pozzo per guarire girava attorno al pozzo tre volte in senso orario, facendo attenzione a restare in silenzio. Poi si inginocchiava e pregava la divinità per la sua guarigione… poi beveva l’acqua, si faceva il bagno o si lavava le membra o le piaghe, probabilmente aiutato dalla sacerdotessa del pozzo. Dopo averla debitamente ricompensata, faceva un’offerta alla divinità del pozzo… e appendeva la benda o un pezzo dei suoi indumenti al pozzo o a un albero vicino in modo da restare in continuo rapporto con gli influssi salutari.
Ma più spesso i poteri del pozzo erano riservati alle donne e i riti servivano al sapere femminile piuttosto che a quello maschile. Le donne erano associate con i pozzi più degli uomini anche per ragioni pratiche. In molte società tradizionali andare a prendere l’acqua al pozzo era un compito quotidiano svolto in genere dalle donne.
I pozzi non erano soltanto fonti del liquido per l’uso materiale, ma anche vie di accesso alle profondità del Grande Mistero. Esercitando l’arte della divinazione presso i pozzi, le donne potevano attingere a profondi segreti, a questioni che le riguardano come donne e che gli uomini non potevano scoprire.
Ad esempio al Pozzo di Sant’Elena a Rudgate una leggenda vuole che lo spirito originario del pozzo soleva accettare offerte da giovani ragazze sotto forma di capi del loro vestiario appesi a un albero vicino. Secondo la leggenda lo spirito del Pozzo di Sant’Elena, una volta ricevuta l’offerta, avrebbe rivelato in sogno alla ragazza l’identità e l’immagine del futuro marito. La Chiesa riconsacrò il pozzo a Sant’Elena circa ottocento anni fa e dunque questo racconto si riferisce a un periodo almeno così antico.
Una leggenda simile è legata al Pozzo Pin di Brayton, vicino a Selby. Una giovane ragazza che si recava al  pozzo per conoscere l’identità del futuro marito venne trasformata dagli spiriti del luogo in un folletto. In cambio di alcune spille (pin) che la ragazza buttò nel pozzo per soddisfare gli elfi, che le usavano per il “colpo degli elfi” (causa di particolari malattie preliminari all’iniziazione nella vita sciamanica), gli spiriti accettarono di rivelarle la visione del suo “vero amore”. Il clero locale esorcizzò il pozzo e lo riconsacrò alla Madonna.
Oltre a questi pozzi che servivano a predire i futuri amori delle giovani donne, altri avevano il potere di conferire la fertilità. Il parto era un aspetto importantissimo della vita nella cultura tribale e le donne si recavano in pellegrinaggio ai pozzi, ne bevevano l’acqua o vi si lavavano, indossavano vesti di cui avevano immerso l’orlo nell’acqua del pozzo, imploravano lo spirito del pozzo per avere un parto facile o latte abbondante per nutrire il bimbo. Il Pozzo della Sposa vicino a Corgaff in Grampian era visitato dalla futura sposa la sera prima del matrimonio. Ella bagnava i piedi e la parte superiore del corpo nel pozzo per assicurarsi di avere bambini e deponeva una pagnottella e del formaggio in modo che i suoi figli non dovessero mai patire la fame.
I riti eseguiti dalle donne per ottenere il favore del pozzo continuarono in taluni casi fino a epoca molto recente: verso la fine degli anni sessanta dell’Ottocento due uomini poterono assistere in segreto per caso a un rito di fertilità eseguito presso il sacro pozzo di Melshach  nella parrocchia di Kennethmont in Grampian. Questa la narrazione dell’episodio scritta da J.M. McPherson:

Il primo sabato di maggio un guardacaccia, accompagnato da un esperto di Aberdeen, s’incamminò verso la riserva di caccia nella brughiera per indagare sulla malattia dei galli cedroni che allora decimava questa specie. Da una certa distanza scorsero un gruppo di donne vicino al pozzo. Con l’ausilio di un binocolo le spiarono. Le donne, con le maniche arrotolate sulle braccia e con le mani giunte, stavano danzando in cerchio intorno al pozzo. In mezzo a loro sedeva una vecchia che immergeva un vasetto nell’acqua e poi le aspergeva. Erano donne sposate che non avevano avuto figli ed erano andate al pozzo per ricevere le sue virtù fecondatrici. Senza dubbio mentre danzavano ripetevano cantilene, ma i due osservatori erano troppo lontani per sentire… il fatto singolare è che questa usanza si sia protratta fino a una data così recente.

In tutto il mondo i pozzi sono stati da lungo tempo associati con le donne. Lo studioso di mitologia Joseph Campbell suggerisce che il legame dei misteri femminili con l’acqua si basa essenzialmente sul collegamento fra le acque della nascita e quelle del cosmo; il fluido amniotico è comparabile all’acqua che in molte mitologie rappresenta la sostanza elementare di tutte le cose. Nell’antica Europa i pozzi rappresentavano ingressi segreti nel corpo della Madre Terra, nel mondo sotterraneo, e tutti riconducevano al Pozzo del Wyrd. E siccome la forza vitale dell’acqua proveniva dalle Sorelle del Wyrd, era associata in maniera particolare con i misteri, i poteri e la conoscenza delle donne. Questo legame sacro tra le donne e l’acqua è comune a quasi tutte le culture tradizionali.
In “fondo” al pozzo ci sono le Tre Sorelle. Vicino a tutti i pozzi c’era un albero, come rappresentazione naturale dell’Albero del Mondo nei pressi del quale si trovava il misterioso Pozzo del Wyrd. Nel poema Svipdaqsmal si dice che l’Albero del Mondo, nutrito dalle sorelle, ha il potere di guarigione delle donne. E che i suoi frutti devono essere bruciati nel fuoco e dati alle donne nel momento del parto “in modo che ciò che è dentro possa uscire fuori”. Questo impiego dell’immagine dell’Albero del Mondo, il mangiare frutti “bruciati” per aiutare il parto, sono modi del sapere delle donne.
Frau Holle, secondo l’antica tradizione germanica riportata dai Grimm, conservava al sicuro nel fondo del pozzo gli spiriti dei bambini non nati finché era necessario. Alla nascita i bambini venivano spruzzati con l’acqua di un pozzo sacro in una cerimonia di imposizione del nome al neonato che è all’origine del rito del battesimo; l’acqua scaturiva dal Pozzo del Wyrd e perciò era benedetta dalle Sorelle del Wyrd mentre nutrivano l’Albero della Vita

Da: La sapienza di Avalon di Brian Bates

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