martedì 28 giugno 2011

Il Graal - II


La tradizione vuole che il Santo Graal sia stato retto da tre lastre 

Il Charpentier individua queste lastre con tre possibili vie di mutazione dell'individuo: quella dell'intuizione, quella dell'intelligenza e quella della mistica.
Sono le tre lastre che nella navata centrale della Cattedrale di Chartres si susseguono, dal portale di ingresso all'abside, da quella circolare a quella quadrata, a quella rettangolare. Esse rappresentano per il fedele la via verso la conoscenza del Santo Graal.
La prima lastra, che troviamo dopo l'ingresso nella Chiesa, è la lastra rotonda. Si è palesata molto presto nella storia dell'Umanità. I Cromlechs, i cerchi delle fate sono lastre rotonde. La si ritrova nella rappresentazione della croce celtica che è circondata da un cerchio. Sotto l'aspetto utilitario, e dal momento che si trova sempre situata su certi sbocchi di correnti telluriche, essa appare come una pista di danze rituali che si ballavano in girotondo e che erano un mezzo d'accordo con i ritmi naturali. A quel che sembra, il girotondo, iniziato nei limiti del cerchio più lontano dal centro, doveva per alcuni, avvicinarsi a poco a poco a questo centro, man mano che i ritmi penetravano l'uomo e lo liberavano da un'ingombrante personalità. In alcuni Cerchi delle Fate che furono delle piste di danza, si ritrovano tre piste concentriche. Sembra probabile che, per il danzatore giunto ad una specie di delirio sacro, la danza doveva terminare con una evoluzione al centro. In qualche modo, il danzatore doveva risalire i cicli naturali sino alla loro origine dove, più incoscientemente che coscientemente, egli poteva mettersi in contatto diretto con questa origine. Si può ancora procedere oltre.
L'uomo che gira, evade dallo spazio. Ma evadere dallo spazio significa ugualmente evadere fuori dal tempo. Ci si può chiedere: sino a che punto l'uomo che gira, in certe condizioni,non diventa visionario? Pensiamo ai doni profetici delle druidesse che si manifestavano in una specie di delirio, durante la danza; pensiamo a David che danza davanti all'Arca e che profetizza; pensiamo ai dervisci danzatori. E ricordiamoci che i girotondi nella cattedrale di Chartres erano di consuetudine nel tempo pasquale, e guidati dal vescovo stesso. Alcuni hanno creduto di vedervi una rappresentazione del movimento degli astri. È una spiegazione ben intellettuale per un’attività tutta fisica! Si trattava ben più semplicemente della ricerca di una condizione che si avvicinasse allo stato medianico e che permettesse un'incorporazione nei ritmi naturali. La lastra rotonda era rappresentata, davanti al Tempio di Salomone, dal Pozzo di Bronzo che conteneva dell'acqua, e le cui proporzioni definite erano in rapporto con i pesi della Terra, secondo l'abate Moreaux. I Templari - e non solo loro - hanno fatto della lastra rotonda il centro delle loro chiese. È in questo centro che essi ponevano l'altare.
Per dare una spiegazione alla lastra quadrata, è necessaria maggiore acutezza. Essa è la “quadratura” della lastra rotonda. Essa deve permettere il passaggio alla coscienza, delle co-noscenze istintive; è una lastra di iniziazione intellettuale. Il modo in cui è rappresentata più frequentemente è sotto forma di scacchiera; è così la primitiva tessera, diventata gioco di bambini, ma che all'origine, era lastra di abaco, tavola di lavoro, tavola di Numeri. È ancora la tavola di Pitagora, che non è solo una tavola di moltiplicazione. Il simbolo più “parlante” di questa tavola è naturalmente la scacchiera che solo la Dama e il Cavaliere possono percorrere in tutti i sensi, montando la cavalla, la “cabala”, la conoscenza. Si ricorderà che il gioco degli scacchi utilizza il cerchio nel quadrato, mentre Torri e Alfieri sono ridotti a rimanere nelle loro verticali o diagonali.
L'indicazione è preziosa. Non si passeggia nei Numeri per la sola virtù del cervello (solo nelle cifre) più di quanto non si faccia musica addizionando delle note. È necessaria un’iniziazione, almeno istintiva, alle leggi dell'armonia, alle leggi naturali. È una tavola-trappola nel percorso della quale l'intelletto, abbandonato a se stesso, si illude sulle proprie creazioni e si trova “intrappolato” nelle sue illusioni come l'Alfiere o la Torre nelle loro linee. Realizzare la quadratura del cerchio, significa trasformare l'iniziazione istintiva in iniziazione cosciente, ragionata, attiva. Bisogna “montare la cavalla”, cioè la cabala. La tavola quadrata non è una tavola di vita ma una tavola di organizzazione; solamente essa presuppone una conoscenza reale della materia. Secondo gli antichi, la migliore organizzazione possibile della società era costruita su questo schema quadrato che divideva gli uomini in categorie, che erano piuttosto delle caste: il Contadino che nutre, il Soldato che difende, l'Artigiano che trasforma e il Commerciante che distribuisce; i gradi in ogni casta, che formano la piramide dai tre piani: apprendista, operaio e padrone che mette capo, alla sommità, all'Aristocrazia, quella vera, quella del Saggio, nella sua casta. La lastra quadrata la ritroviamo nel Santo dei Santi del Tempio dì Gerusalemme; e, forse, è la base delle costruzioni templari, perché l'Ordine utilizzava molto il piano quadrato nelle sue commende o fortezze; unito d'altra parte spesso, ad una chiesa a pianta rotonda.





La tavola rettangolare è una tavola mistica; una tavola di rivelazione. Essa non ha, né spiegazione né avvicinamento intellettuale possibili. Essa è la Tavola della Cena, la Tavola del Sacrificio di Dio.
Ecco quello che si può dire sul Graal e sulle tavole. Non è affatto strano che si presentino nell'ordine in cui le abbiamo situate a partire dal portale reale, quello che custodiscono re e regine che non hanno più nome. La loro nascita corrisponde proprio alle tre nascite realizzate nella navata coperta




Da: I misteri della cattedrale di Chartres di Louis Charpentier

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