mercoledì 14 novembre 2012

La sorgente miracolosa del Santuario di San Patrizio di Colzate


Nell’ambito delle numerose sorgenti miracolose cristianizzate della Lombardia, alcune, per i tratti rituali ancora praticati, paiono meglio definire un richiamo a credenze di origine folclorica.
Nella chiesetta di San Patrizio di Colzate, sopra Vertova in Val Seriana, ai piedi di una statuetta raffigurante il santo tutelare, sgorga una fonte: bagnandosi gli occhi dopo aver asperso d’acqua quelli della statua, sembra che si possa risolvere qualsiasi problema legato alla vista.
Il rimando cristiano è alla leggenda di san Patrizio che, si narra, fosse guarito miracolosamente dalla cecità quando era bambino. L’usanza di bagnare anche gli occhi della statua, invece, proverrebbe dall’intendimento di assicurarsi, tramite una pratica propria della “magia contagiosa” la stessa sorte benevola e miracolosa toccata al santo.
La processione del Venerdì Santo, con vere e proprie scorte armate con fantasiose divise, accompagnava un tempo la processione al santuario.
Aggrappato su uno sperone roccioso alle pendici del monte Cavlera, immerso nel silenzio di prati e boschi, il Santuario di San Patrizio sembra essere stato modellato dalla natura stessa, tanto appare stretto il suo rapporto con l’ambiente circostante. Le sue mura si fondono con la roccia: quasi una fortezza a picco sul fiume, la cui asprezza è tuttavia ingentilita da una serie di archi che invogliano a salire fin lassù per ammirare le vedute dalla balconata panoramica.
Restaurato negli anni ’80, il Santuario presenta all’ingresso un vasto sagrato su cui prospetta la grandiosa mole della facciata nord, con i tre archi asimmetrici in pietra viva del pianoterra.
Secondo la tradizione il Santuario fu edificato nel 1166 per ex-voto su una tribulina preesistente da un gruppo di mercanti irlandesi rifugiatisi a Colzate, proprio sulla cima del monte Cavlera, per sfuggire agli imperiali di Barbarossa. Già in epoca medievale i mercanti anglosassoni erano consoni acquistare lana pregiata, coperte e tessuti a Vertova e Gandino, per commerciarli successivamente, con ingenti ricavi in Britannia e a volte spacciandola abilmente, vista l’eccellenza della qualità, per lana scozzese.
Legata alla tradizione di San Patrizio vi è anche la celebre leggenda medievale del pozzo:
quando San Patrizio si trovava in Irlanda a predicare, dopo molti digiuni e orazioni, ebbe da Dio il comando di tracciare un cerchio per terra con il suo bastone sull’isola di Lough Derg o Lago Rosso nella Contea di Donegal dove era solito ritirarsi a pregare. Il suolo si aprì e comparve un grandissimo e profondissimo pozzo; poi, per divina rivelazione, San Patrizio seppe che qualunque persona vi fosse entrata e vi fosse stata un dì e una notte, veramente pentita e armata della divina fede, sarebbe stata purgata da tutti i suoi peccati, perché laggiù avrebbe visto i tormenti del Purgatorio a cui i peccatori erano destinati. Il primo a tentare l'impresa sarebbe stato il cavaliere irlandese Owen che si avventurò nella fessura indicata a suo tempo a Patrizio Vescovo. Dall’Irlanda provengono tre delle maggiori e più popolari leggende di visioni: quella di Brandano, quella di Tundalo e quella del Purgatorio di S. Patrizio. La storia del cavaliere irlandese Owen è raccontata da Matteo Paris nella rubrica dell’anno 1153 dei suoi Chronica maiora [Matthaei Parisiensis monachi Sancti Albani chronica maiora, edited by Henry Richards Luard, London, 1874, t. II, pp. 192-203: è qui raccontata molto esplicitamente la discesa agli inferi del cavaliere Owen che Matteo di Parigi chiama Hoenus] e poi nel Tractatus de Purgatorio sancti Patricii [St Patrick's Purgatory, Two versions of Owayne Miles and the Vision of William of Stranton together with the long Text of the Tractatus De Purgatorio Sancti Patricii, edited by Robert Easting, The Early English Text Society, Oxford University Press, 1991, pp. 121-154 (testo) e pp. 236-254 (commento)] di Henricus Saltereiensis scritto tra il 1170 e il 1185. Interessante il recente contributo di Dorothy Ann Bray, Allegory in the Navigatio sancti Brendani, “Viator. Medieval and Renaissance Studies”, 26 (1995), pp. 1-10, nel quale si sottolinea la valenza allegorica di questo genere di racconti in relazione alla vita monastica delle comunità irlandesi dei secc. VIII-IX. Ebbe diverse redazioni in diverse lingue, medio inglese, anglo-normanno, provenzale e antico francese e spagnolo. Tutte raccontano la fondazione del Purgatorio e la visita che in esso fece il cavaliere Owen, come egli entrasse, dopo riti preliminari e penitenze, nella caverna, come fosse stato avvisato da uomini vestiti di bianco circa i tormenti che avrebbe incontrato, quali pene egli avrebbe sofferto prima di giungere al Paradiso terrestre dal quale sarebbe rimasto fuori. Coloro ai quali veniva concesso di entrare nella misteriosa caverna, dovevano riferire esattamente, al loro ritorno, quanto avevano veduto e udito. La narrazione finiva agli atti dell’archivio dell’abbazia [Amaury Duval, Histoire littéraire de la France, T. XIX, p. 800], ma non uno di questi rendiconti è giunto fino a noi.
La cavità divenne successivamente meta di pellegrinaggi sino a quando papa Callisto III diede ordine di chiudere la grotta per evitare idolatrie.
Il pozzo di San Patrizio potrebbe essere un retaggio dei tumuli sacri agli antichi Celti, luoghi di iniziazione nei quali si tenevano solenni cerimonie nei periodi delle feste sacre. È possibile supporre che gli iniziati si sottoponessero ad una sorta di morte rituale ed entrassero nei tumuli che erano considerati l'utero della Madre Terra.

Anche accanto al Santuario di Colzate si apre una specie di pozzo, o meglio una buca “la Tamböra de San Patrésse” che penetra nella cavità del monte Cavlera, verso il basso. Secondo la leggenda la cavità scende in profondità sino a raggiungere il livello del fiume Serio, c’è chi afferma che accostando l'orecchio alla cavità possa udire il rumore lontano del fiume che scorre impetuoso.
Si comproverebbe la presenza, su un percorso ben preciso di quelle valli, di culti e legami con il mondo irlandese, come San Tomè, Santa Brigida, oltre al Santuario di San Patrizio, trovando affinità sul substrato etnoculturale Celtorobico.
Ad es. il Monte Erbia è un antico luogo di culto, nel comune di Casnigo è comparsa per due volte, in epoche diverse, la Madonna. Potrebbe essere un luogo che venne dedicato alla Dea Brighit. La località in esame è denominata Erbia o Monte Erbia e se cerchiamo il significato etimologico del toponimo in ambito gaelico, troviamo, nelle lingue gaeliche irlandesi e gallesi e nel bretone, che l’area semantica si restringe a significati che tradotti nella nostra lingua sono: credere, fare assegnamento, intercedere, raccomandarsi, far ricorso, confidare. Nella lingua bretone i termini: erbed, erbedadur, erbedden, erbeder, erbedet, erbedin significano raccomandazione, intercessione, ricorso; erbeder (ien) è l’intercessore. Nelle altre lingue gaeliche (irlandese, gallese) earb corrisponde al verbo inglese trust, ossia credere, far assegnamento, confidare. In antico irlandese erbaim è confidare. In gallese troviamo erfyn con il significato di pregare, implorare e erfyniad con il significato di preghiera, petizione. L’etimologia del toponimo, dunque, potrebbe indicare un luogo di preghiera, nel quale chiedere l’intercessione del divino; un luogo dove ci si raccomanda, ci si affida, si implora, si prega, si esprimono petizioni. Non è, dunque, un caso che la tradizione popolare abbia collocato qui ben due apparizioni della Madonna cristiana, essendo Erbia, come rivela il significato del toponimo, un luogo da tempo immemorabile sentito come spazio dove si accede al sacro.
Érfa e Erbia hanno la stessa radice e c’è un preciso legame tra la località Erbia di Casnigo e il torrente Érfa, che probabilmente dava il nome all’antica Vertova, che scorre in una valle suggestiva, dove la natura induce al sacro. A Vertova esiste una zona centrale del paese, sotto il promontorio che oggi ospita la chiesa parrocchiale e nei pressi di una fonte perenne, che si chiama Drüda e che ci riporta a una possibile presenza di Druidi (essendo assai improbabile la derivazione da una famiglia romana di Drusi)


Da: Il grande libro dei misteri della Lombardia risolti ed irrisolti di 
Federico Crimi e Giulio M. Facchetti
http://ftp.casnigo.it/doc/il-paese/storia/casnigo-avamposto-di-Parra.pdf
http://www.terraorobica.net/Articoli/Leggende/San%20Patrizio%20Colzate.htm

Nessun commento:

Posta un commento