sabato 5 gennaio 2013

Babbo Natale – il druido-sciamano Merlino


Con Merlino, affrontiamo il carattere sacerdotale del personaggio di Natale e la sua dimensione di spirito della Natura. Si trascura spesso l’associazione di Babbo Natale con il malizioso Merlino, archetipo del saggio. Tuttavia, è facile immaginare il mago con l’aspetto del vecchio di Natale. In un certo senso, Merlino è Babbo Natale, che ha lasciato gli abiti invernali per indossare il verde della primavera, anzi, le corna come Herne, in alcuni autori. Questa immagine di uomo selvaggio è particolarmente chiara in alcuni cronisti come Goffredo di Monmouth. Nella sua Storia dei re di Britannia descrive un Merlino folle, che mangia bacche e erba nella foresta, come un animale selvaggio... o Herne. E come Herne, Merlino è spesso associato al cervo. Nella Vita di Merlino, dello stesso Monmouth, si legge un episodio curioso. Merlino scopre un giorno che la moglie, Guendalina, sta per sposare un altro uomo. Il mago riunisce allora un branco di cervi e si reca alle nozze in groppa a un cervo. Arrivato sul posto, strappa i palchi del suo cervo, li getta sul promesso sposo e lo uccide fracassandogli la testa. Quindi riparte verso la foresta sul cervo mutilato ma cade attraversando un fiume e viene catturato. Nel suo Quest for Merlin, Nikolai Tolstoj sostiene che Merlino non mutila il suo cervo (la traduzione deriverebbe da un’interpretazione scorretta) ma si impadronisce dei palchi che aveva in testa. Dunque, Merlino, Herne e Cernunnos incarnerebbero un unico personaggio: il Signore degli Animali e, più precisamente, degli animali selvaggi della foresta. Ma è anche il Signore selvaggio della Natura, il Signore delle Fate e dei Folletti (gli stessi folletti che saranno gli assistenti di Babbo Natale). È, ancora lui, Robin Good-Fellow o Puck (piccolo elfo dai piedi di capro, come Pan e Fauno), incarnazione dello spirito della Natura. Nel Nord scandinavo sarà chiamato Kornbocke (uno spirito del grano con le corna e i piedi di capro), Putz in Germania, Pwca (Pooka) nel Galles, Puki in Islanda.
Come Merlino, Puck è malizioso ma aiuta tutti coloro che lo riconoscono e lo amano. Al contrario, perseguita coloro che ingannano i loro amanti («un sogno per alcuni, un incubo per altri», così si presentava Merlino nell’Excalibur di JohnBoorman). Questo spirito dei boschi si incarna anche nel Jack (Jack in the Green) del folklore inglese, che, arrampicandosi in cima al fagiolo, riflesso dell’albero del mondo, passerà nel mondo dei giganti, come l’uomo della tradizione nordica va da Midgard (il mondo degli umani) a Jötunheim (il mondo dei giganti) arrampicandosi sull’Yggdrasill. È il Green man, così diffuso nella scultura inglese, soprattutto nelle chiese, curiosamente, che i francesi chiamano il fronzuto, tête de feuilles (testa di foglie) (cfr. Villard de Honnecourt), masque-feuille (maschera-foglia; in tedesco Blattmaske; le più antiche rappresentazioni del Green man si trovano a Neumagen,vicino a Treves, e risalgono all’epoca romana).
Merlino ha qualcosa di tutti questi personaggi e di conseguenza diventa lo sciamano per eccellenza, perché è tutt’uno con l’essenza naturale. Ora, che cos’è Babbo Natale se non questo spirito della Natura che rinasce in primavera? Egli porta la gioia nel cuore delle Tenebre e annuncia la rinascita. È l’incarnazione stessa della Tradizione, il «vecchio» che trasmette i suoi doni, il suo insegnamento, il suo messaggio di Speranza, di Vita e di Amore ai bambini per i tempi futuri. Babbo Natale ha qualcosa di dionisiaco ma anche di apollineo, come una magnifica sintesi del genio antico e del suo istinto vitale. Dioniso, che nasceva il 6 gennaio, dio del Vino e della Vegetazione, era celebrato con grandi feste, antenate dei Baccanali e dei Saturnali romani che annunciano, a loro volta, il Natale. Pan, personaggio dionisiaco per eccellenza e spirito della Natura, ha probabilmente dato il suo nome alla parola «panoplia» che, prima ancora di designare il travestimento, cosa che non è senza rapporto con il nostro argomento, designava delle cerimonie religiose complesse.

Da: La vera storia di Babbo Natale di Arnaud d’Apremont

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