domenica 6 gennaio 2013

Un dolce per Huldra



Nel folklore scandinavo, le huldre o uldre (norvegese, derivante dalla radice che indica "coperto" o "segreto") sono delle seducenti creature della foresta. Altri nomi includono lo svedese skogsrå o skogsfru (che significa "dama della foresta") e Tallemaja (Maria del pino). Un uldro è chiamato huldu, oppure in Norvegia huldrekall. Il nome suggerisce una analogia con la figura di völva Huld e dal tedesco Holda.
La parola huldra è una forma definita nel norvegese (l'"hulder") - la forma indefinita è ei hulder ("un hulder"). La forma indefinita plurale è huldrer (alcuni "hulder"), mentre la forma definita plurale è huldrene ("gli hulder"). Nel plurale sono anche comuni le forme collettive huldrefolk (indefinita) e huldrefolket (definita).
L'huldra possiede una bellezza spiazzante e, a volte, viene rappresentata nuda e con lunghi capelli; ella vista di spalle somiglia al tronco di un vecchio albero e possiede una coda animale. In Norvegia si tramanda che abbia la coda di una mucca e in Svezia la coda di mucca viene spesso sostituita da quella di volpe
In Norvegia l'huldra viene spesso descritta come la tipica lattaia con indosso gli abiti di una ragazza di fattoria, anche se molto più appariscente rispetto alla maggior parte delle ragazze.
L'huldra è una delle parecchie (custode, guardiana), come l'acquatica sjörå (o havsfru), successivamente identificata con la
sirena, e la bergsrå.
Maggiori informazioni possono essere trovate nella collezione norvegese di racconti folk di Peder Christian Asbjørnsen e Jørgen Moe.
Queste creature hanno spesso interazioni molto strette con gli esseri umani. Si dice che le Huldra siano solite attrarre gli uomini dei villaggi nel loro rifugio in mezzo alla foresta per accoppiarsi ripetutamente con loro. Se lo sventurato non fosse in grado di soddisfare sessualmente la sua partner fatata, quest'ultima finirebbe con l'ucciderlo, ma se riuscisse nell'ardua impresa allora la Huldra gli donerebbe parte del suo potere. Però, anche in questo caso, non sempre le cose si concludono felicemente per il malcapitato. Alcune volte, la Huldra soddisfatta può costringere il proprio focoso partner a sposarla! I casi di matrimoni con queste entità non sono rari nella tradizione popolare, e non sempre sono forzati. Alcune volte l'apparente bellezza di questi spiriti della Foresta è tale che qualche giovanotto si innamori davvero di una di loro e la porti all'altare. Una volta sposata con rito cristiano, la Huldra perderà la sua coda animale e diverrà bruttissima. Ma ormai il matrimonio è fatto, e guai a tradirla! La sua forza è immensa e la sua collera terribile! Hanno l'abitudine di rapire dalle culle i neonati umani per sostituirli con i loro piccoli deformi. Questa specie di changelings scandinavi è conosciuta come Huldrebarn, e spesso sono il frutto dei selvaggi accoppiamenti della madre con giovani umani. Alle volte, qualcuno che era sopravvissuto a quella pericolosa esperienza, poteva ritrovare il suo legittimo figlio scambiato proprio con il suo stesso "fratellastro" mezzosangue, concepito nella foresta con la Huldra.
Un'altra caratteristica che queste creature condividono con il Piccolo Popolo è una leggenda cristiana sulla loro origine. Anche in questo caso sembra che lo Huldrefolk (termine che indica l'intera popolazione di questi esseri) discenda dai figli di Eva non mostrati al cospetto di Dio perché sporchi e costretti a nascondersi per sempre.
Tolta la distorsione cristiana, le Huldre derivano sicuramente da un qualche tipo di entità primordiale, probabilmente legata alla fertilità. Le sue caratteristiche bovine danno sostegno a questa ipotesi, in quanto la figura della vacca era simbolo di fertilità e prosperità in moltissime culture antiche.
I molti punti di contatto con entità presenti in diverse tradizioni, portano anche a pensare ad una comune origine.
In Norvegia ancor oggi il giorno di Natale è usanza portare in regalo un dolce a Huldra.

Una leggenda narra che una volta, molto tempo fa, proprio il giorno di Natale un pescatore voleva portare un dolce allo spirito dell’acqua, che dimorava nel lago nei pressi di casa sua, ma trovò il lago completamente ghiacciato. Non volendo lasciare il dolce sul ghiaccio, andò a prendere un piccone e cercò di fare un buco nel ghiaccio, pensando così di fare un piacere a Huldra. Ma nonostante gli sforzi riuscì solo a fare un buchetto molto piccolo, troppo piccolo per farci passar attraverso il dolce.
Un po’ indeciso sul da farsi, appoggiò il dolce sulla superficie ghiacciata del lago, quando improvvisamente una piccola manina, candida come la neve, emerse dal buchino ed afferrò il dolce, che si rimpicciolì e poi sparì sotto il ghiaccio.
Da quel giorno la gente si abituò a portare alla Huldra dei dolcetti piccolissimi, in modo che potessero passare anche attraverso un buchetto molto piccolo, per far un piacere alla bella Huldra.
In Norvegia, quando si vuol fare un complimento ad una donna, si usa dire che ha le mani ‘sottili come quelle dello spirito dell’acqua’

Da:
http://www.albero-della-fiaba.it/fiabe-dal-mondo/fiabe-d-inverno-e-di-natale-p26.html


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